Vaccino Covid e bambini: cosa c’è dietro il piano dell’amministrazione Trump per limitare l’uso del vaccino dopo 25 decessi segnalati?
I funzionari dell’amministrazione Trump, secondo quanto riportato dal Washington Post, stanno preparando un piano che collegherebbe la morte di 25 bambini ai vaccini Covid-19 come scritto da adnkronos.com. Il documento, che sarà presentato ad un panel dei CDC (Centers for Disease Control and Prevention), si basa sui dati raccolti attraverso il VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System), un sistema pubblico che registra segnalazioni di eventi avversi dopo la somministrazione dei vaccini.
L’ipotesi dell’amministrazione Trump sui 25 decessi
Tuttavia, è fondamentale chiarire che le segnalazioni presenti nel VAERS non costituiscono prove di causalità: chiunque può inviare una segnalazione, e i dati non sono verificati scientificamente. I CDC sottolineano che un eventuale nesso tra vaccino e decesso può essere accertato solo dopo approfondite indagini mediche e scientifiche, inclusi esami autoptici e interviste con le famiglie.
Le reazioni di CDC, FDA e comunità scientifica
La vicenda è attualmente sotto esame anche da parte della Food and Drug Administration (FDA). Il Commissioner Marty Makary ha confermato alla CNN che è in corso una revisione di casi sospetti di decessi in bambini vaccinati, ma ha avvertito che l’indagine richiederà mesi, data la complessità delle verifiche mediche necessarie.
Nel frattempo, i CDC ricordano che nessuno dei 16 bambini idonei alla vaccinazione, tra quelli deceduti per Covid, era vaccinato al momento del ricovero. Questo dato ha spinto l’American Academy of Pediatrics a ribadire la propria raccomandazione: vaccinazione annuale contro il Covid, soprattutto per i bambini tra 6 e 23 mesi, ma anche per fasce d’età superiori.
Le preoccupazioni espresse dall’amministrazione Trump hanno suscitato allarme nella comunità scientifica, che mette in guardia dal rischio di fraintendere i dati VAERS. Strumentalizzare questi dati senza una base scientifica solida potrebbe alimentare la disinformazione e la sfiducia verso i vaccini, già diffusa in parte della popolazione.
